Lezione di Atene sulla democrazia
Insomma: l’avrete sentito ripetere mille volte.
L’identità Occidentale si fonda sulla cultura greco-romana e, poiché tali radici incarnano la stella polare della civiltà, l'Occidente non può che essere il faro del mondo.
Un paio di considerazioni fattuali si possono però fare.
Intanto, la cultura romana, era una cultura della egemonia, specchio di uno degli imperi più estesi e longevi della storia. La celebre Pax Romana è la pace che viene dalla sottomissione. E noi occidentali vediamo questa Pax con gli occhi con cui leggiamo le fiabe: pensando che il ruolo che ci spetta sia quello della principessa o del principe azzurro (che se ci vedessimo in miniera, nei panni scomodi dei nani, forse queste fiabe ci allieterebbero molto meno…).
La seconda considerazione la
faccio per bocca dei “padri stessi”. Diciamo infatti “cultura greca” ma intendiamo Atene: la culla della democrazia.
E le parole della democrazia sono anche quelle che leggete qui, riportate da Tucidide:
La giustizia si applica solo fra eguali in potere. I forti fanno ciò che possono, i deboli subiscono ciò che devono.
I Melii, colpevoli di non supportare le mire di conquista della democratica Atene, vengono sterminati in nome del principio che “il forte può”.
In conclusione: si legge oggi di un presunto attacco cinese per annettere Taiwan. La domanda è: in nome di quale alto principio l’Occidente potrebbe criticare tale azione?
Dopo “prenderemo la Groenlandia anche con la forza”.
Dopo l’immobilsmo di fronte al genocidio del popolo palestinese - anzi “immobilismo” sarebbe una assoluzione immeritata, visto che quel genocidio l’Occidente lo arma.
Dopo tutto quello che si è sentito giustificare negli utlimi cinque anni e che prima si faceva comunque ma, almeno, di nascosto.
In base a quale principio se non quello della forza, riconosciuto ormai esplicitamente quale unica regola nei rapporti?
Insomma, le radici culturali della civiltà Occidentale andatele a cercare presso qualcuno che le ha descritte molto meglio: Machiavelli.