25 aprile: quando anche i vinti sono vincitori

23.04.2021

Al grido di: “Preferisco star male per colpa mia che bene grazie a te...”

Ogni 25 aprile c'è chi critica chi gli ha consentito di criticare; chi si lamenta di chi gli ha permesso di lamentarsi: più questi criticano, maggiore è il riconoscimento del successo dei criticati. 

Si sa dove, in questo giorno, abiti la vittoria e a chi appartenga la sconfitta, in una giornata in cui si celebra la lotta e la vittoria contro il nazi-fascismo.

Vittoria dolorosa, costata ventitré anni di dittatura e pagata con fiumi di sangue. E il sangue è prezioso... ma parlo ovviamente del sangue dei liberatori: quello dei nazisti e dei loro lacchè in camicia nera è stato accolto più con sorpresa che con rammarico: "Ma come... c’è sangue anche in un verme?"

Il 25 aprile ha segnato la cacciata dell' invasore tedesco ma qualcuno dice che "Bella ciao" sia una canzone che divide.
Non è, in realtà, una canto che divida: è un canto che ricorda, piuttosto,  la divisione che fu; ricorda la divisione tra oppressi ed oppressori, tra “grano e pula”.
Vi sono circostanze nella storia come nella vita in cui uniformarsi è il peggio che si possa fare.

Oggi vi è chi grida: “Prima gli italiani". Costui, da ministro degli interni, ha disertato la celebrazione del giorno in cui gli italiani, che tanto gli stanno a cuore, sono tornati sovrani nel proprio Paese. Insomma: il sovranista non è tanto contro i poteri forti quanto contro il fatto di non poterne disporre a proprio vantaggio.

Eppure si sa: non c'è libertà dove vi sia anche un solo schiavo. La libertà non è una condizione personale ma un rapporto sociale: chi invoca i pieni poteri vuole non la libertà per tutti ma tutti ugualmente servi.

E può contare solo su una cosa: che chi si è già affrancato da dittature (per ora in camicia nera, un domani dal colletto bianco) si dimentichi che la libertà è uno squalo: o nuota, sempre, o muore.

Si sa dove, in questo giorno, abiti la vittoria e a chi appartenga la sconfitta, in una giornata in cui si celebra la lotta e la vittoria contro il nazi-fascismo. 
Ma questa è una giornata particolare, un cui anche chi si dichiara contro i vincitori, chi chiama “delinquente” il movimento partigiano, sta molto meglio di quanto starebbe senza i suddetti “criminali”.
Cari scontenti di questo 25 aprile, voi che sareste stati i primi partigiani - se davvero vi preme così tanto esprimere il vostro scontento -  solo questo ho da dirvi: sembrate agnelli che piangano la sconfitta dei macellai.

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